Il mio ricordo di Don Carlo Barengo

 

Con queste poche righe voglio ricordare, con nostalgia e riconoscenza, la figura del nostro ex parroco, Don Carlo Barengo, un sacerdote affabile, mite e buono, serio e preciso.

Don Carlo fece il suo solenne ingresso nella Parrocchia di Carrone l’11 novembre 1977, dopo 34 anni di apostolato ad Albiano, accompagnato da autorità religiose e civili, fedeli, parenti e amici e dalla banda del suo paese.

Convalescente da una malattia, si insediò in questo piccolo paese, non mancando mai nei suoi doveri di padre spirituale, senza mai manifestare disturbo per i suoi malanni, ma prodigandosi sorridente nel suo cammino. Con la sua cordialità incominciò a conoscere tutte le famiglie con i suoi componenti, interessandosi alle condizioni economiche ed effettive di tutti, senza fare distinzioni.

Nel periodo in cui fu parroco di Carrone, svolse per lui la funzione di donna di servizio Giuseppa Grassino (Gepa d’la Frera) che accudiva alla canonica e svolgeva servizi in chiesa con zelo, volontà e pazienza, affezionandosi a lui come una sorella.

Durante il suo ministero a Carrone portò avanti molti interventi e lavori per il buon mantenimento della chiesa: la ristrutturazione del tetto, l’installazione dell’impianto elettrico del suono delle campane nel 1982, la sostituzione della caldaia per il riscaldamento nel 1983, la revisione dell’impianto elettrico e l’installazione di un antifurto.

Dal punto di vista pastorale, organizzò il mese mariano, con la recita della corona tutte le sere del mese di maggio nei vari piloni votivi presenti in paese, con processione finale. Inoltre rico

mpose il Consiglio pastorale parrocchiale, il Consiglio degli affari economici e avviò corsi di istruzione per catechisti, lettori e cantoria.

Don Carlo portò avanti anche diverse iniziative per favorire la socializzazione tra i fedeli, come il festeggiamento degli anniversari di matrimonio e l’offerta dei doni della terra con la benedizione dei motori e degli attrezzi agricoli in occasione della festività di S. Giuseppe.

Dal 1983, anno in cui andai in pensione, incominciai a coadiuvarlo in vari incarichi, entrando a far parte del Consiglio degli affari economici. Lavorando per tanti anni con lui, grazie ai suoi consigli e alla sua stima ho ricevuto tutto il suo bene e imparato parte della sua saggezza.

Per ricordare nel modo migliore don Carlo bisogna però pensare alle sue omelie, colme di tanta umanità, che mettevano in evidenza le sue qualità di maestro di vita, custode di ricchi tesori dimenticati, di usanze e di proverbi antichi.

Don Carlo Barengo nel 1990 festeggiò il suo giubileo: il 23 agosto partecipò al pellegrinaggio al Santuario di Monte Stella organizzato dai suoi parrocchiani; il 1 settembre celebrò la sua Messa d’Oro nella chiesa di Carrone, con la presenza dei suoi parrocchiani, ma anche di autorità civili e religiose, tra le quali il vescovo monsignor Bettazzi.

Durante la sua permanenza a Carrone, Don Carlo fu ricoverato diverse volte in ospedale per esami ed interventi chirurgici e, con l’avanzare degli anni, si trasferì presso la Casa di Accoglienza del Clero di Vische gestita da religiose, dal quale tutti i giorni raggiungeva Carrone per celebrare le messe. Quando però la comunità di Vische venne chiusa, Don Carlo si trasferì nel 1996, presso l’Istituto Missionario di Feletto e dovette lasciare il suo incarico di parroco.

 Un momento del saluto a Don Carlo Barengo quando lasciò la parrocchia di Carrone nell’ottobre 1996

Quando andavo a trovarlo mi abbracciava commosso e, dopo aver chiesto notizie dei suoi parrocchiani, mandava a tutti il suo saluto accompagnato dalla benedizione. Nel 2006 la sua salute peggiorò e fu ricoverato in una casa di riposo di Bosconero, dove morì, novantaduenne, nel 2009. L’ultima volta che lo vidi era in sedia a rotelle, era assente e quasi e non si accorse della mia presenza.

Domenico Costanza