Maggio ai piloni
Nel mese di maggio, a Carrone si conserva una tradizione cominciata parecchi anni fa quando io ero una ragazzina, dal nostro compianto parroco don Carlo. Nelle ultime sette sere del mese ci rechiamo a recitare il rosario nei sette piloni o dipinti votivi ancora rimasti; purtroppo nel corso degli anni il gruppo si è assottigliato sempre di più.
L’anno scorso però don Emiliano ha inaugurato una nuova iniziativa venendo in quelle sere a celebrare due messe all’aperto, la popolazione ha dimostrato di gradire l’idea ed ha partecipato piuttosto numerosa, mi auguro quindi che si possa ripetere anche nel maggio che verrà.
Vi voglio parlare un po’ di questi piloni che noi siamo magari abituati a passarci davanti frettolosamente senza pensare al perché venivano eretti: generalmente per dei voti e poi venivano utilizzati per le rogazioni che erano processioni fatte il 25 di aprile e tre giorni prima dell’Ascensione, interveniva tutta la popolazione e si chiedeva appunto la protezione per se e per i propri raccolti.
Il pilone che si trova in via Garibaldi vicino alle scuole, mi è stato detto che si chiamava “pilone del frassino” perché dietro era presente questa pianta, era stato costruito come voto dalla famiglia Crosio per il ritorno dei figli da una delle guerre d’indipendenza e rappresentava la Madonna. Maria Crosio mi ha detto che una volta c’era pure una targa a ricordare un miracolo: pare che nei pressi di questo pilone un carro di buoi si fosse ribaltato prendendo sotto due bambini che però ne uscirono illesi.
All’incrocio tra via Garibaldi e via Fra G. Costanza, si trova addirittura un trittico, ma purtroppo è segnato dal tempo e i dipinti si sono sbiaditi e non si riconoscono quasi più.
Anche al muro del negozio c’è un affresco raffigurante la Madonna, ma è molto rovinato.
Verso la campagna, per andare a Candia c’è il pilone Mottino, questo era stato fatto costruire appunto da un certo sig. Mottino per un voto, di ritorno dall’America dov’era emigrato in cerca di fortuna. Purtroppo alcuni anni fa è stato pure deturpato da alcuni ragazzini che si divertivano in quel modo, ora sinceramente fa persino impressione guardarlo ed è un vero peccato che i doni lasciateci dai nostri antenati vadano a finire così, ma sistemarli non è così semplice.
Qui in piazza Capitan Ferrero, dietro la casa che ora è dei miei genitori, c’era un altro bel dipinto della Madonna Ausiliatrice, purtroppo il muro era vecchio e nel 1986 si è dovuto rifare e l’affresco è andato perduto, così noi su suggerimento di don Carlo avevamo deciso di fare questa piccola nicchia e mettere almeno la statua della Madonna. Questo era un dipinto del pittore contadino Celerino Peller nato a Nomaglio il 3 febbraio del 1843 e morto il 28 ottobre 1901 a Candia Canavese in cascina Rossi; era arrivato a Carrone per caso: assieme al fratello Carlo anch’esso pittore avevano deciso in primavera di scendere a valle alla ricerca di un lavoro nei campi; lungo la strada avevano incontrato un certo Giovanni che era appunto di Carrone e gli aveva proposto di fare il viaggio con lui siccome al suo paese cercavano dei braccianti, avrebbe offerto loro di dormire nel suo fienile, così fecero. Intanto data la loro abilità nella pittura, nel tempo libero dipingevano piloni non solo a Carrone ma anche nei paesi limitrofi. Per alcuni anni in inverno i fratelli Peller tornavano a casa a Nomaglio, poi Carlo restò là definitivamente mentre Celerino rimase a Carrone perché qui si sposò con una certa Maria Ferrero ed ebbe sei figli.
Celerino dipinse l’Edicola Bigoglio sulla strada che va al cimitero ed è l’unica che è stata recentemente ripitturata e si possono vedere: i Santi posti a circondare Maria Ausiliatrice: in basso al centro S. Floriano, a sinistra S. Luigi Gonzaga, S. Giovanni Evangelista e S. Carlo Borromeo, mentre a destra S. Antonio da Padova e S. Caterina da Siena. In basso le anime purganti e la scritta:”Ave Maria – nuova Eva. Ausilio dei peccatori, intercedi per noi. Anche questa era stata fatta dipingere per un voto da un certo sig. Bigoglio per il ritorno da una guerra combattuta al fianco dei Garibaldini, per questo cominciarono a chiamarlo Garibaldi e quello per tutti rimane “il pilone Garibaldi”.
Sempre del Peller è l’Edicola Grassino in via della Consolata, data la sua posizione riparata si è conservata piuttosto bene e si può ancora vedere: al centro la Madonna Nera di Oropa, da sinistra in alto S. Grato d’Aosta e forse S. Alfonso de Liguori, in basso S. Marco Evangelista e S. Giovanni Evangelista. Più esternamente S. Carlo Borromeo e S. Domenico da Guzman. In basso a sinistra forse S. Brigida, al centro e a destra S Anna e S. Elisabetta.
Spero di avervi un po’ incuriositi dal volervi per ora recare ad osservare questi dipinti come non avete mai fatto prima, poi a maggio mi piacerebbe potessimo essere numerosi quando ci recheremo come da tradizione a recitare i rosari presso di essi.
[tratto da: Camminare insieme – Bollettino Parrocchiale di Carrone, Pasqua 2012]
[foto Enrico Formica, tratta dal calendario di Carrone 1997]