Le “gave”

 

Nei dintorni di Carrone un tempo c’erano diverse cave (“gave”) cioè delle fosse artificiali prodotte dall’estrazione di argilla o di sabbia.
In tutta la zona infatti il terreno è di tipo argilloso-sabbioso e a seconda della profondità a cui si scava si possono trovare questi due materiali.

In particolare, in località “Sodre” ( a nord ovest del paese), c’erano diverse cave dalle quali è stata estratta argilla (chiamata comunemente “creta”) per le fornaci di Strambino nel corso di diversi anni, fino al 1962-63.

Le cave erano molte perché ogni 2-3 anni ne veniva scavata una nuova e quando incominciavano gli scavi con la draga c’erano diversi camion che portavano la terra alla fornace facendo la scorta magari per due o tre anni.

Terminati gli scavi per estrarre argilla, alcune cave si sono riempite di acqua piovana, altre sono state riempite di macerie, una è stata usata per anni come discarica.

Negli anni ’50-’60 nella “gava” più grande si andava a fare il bagno in estate per rinfrescarsi.

 

Bagno nella cava nel 1959

Tra il 1982 e il 1985 il neonato Centro ricreativo organizzò, sempre nella cava più grande, un gara di pesca alla trota, la settimana prima di Pasqua. Il venerdì sera arrivava il furgone con le trote che venivano scaricate in acqua e il giorno dopo si faceva la gara. La notte tra il venerdì e il sabato si organizzavamo le ronde per evitare che qualcuno andasse a rubare le trote.

Più di 20 anni fa, intorno agli anni ’90, le cave sono state collegate alla roggia con un fosso e svuotate; ora alcune sono dei campi di mais un po’ più bassi del piano campagna e altre sono piantamenti di pioppi.

In località “Praiait” (a sud-est dell’abitato) dall’inizio degli anni ’70 c’era invece una cava dalla quale si estraeva la sabbia, che si era riempita di acqua piovana e nella quale per qualche tempo sono stati messi anche dei pesci; poi, una decina di anni dopo, la cava è stata riempita di terra.

Claudio Actis Alesina